Una bella passeggiata tra i boschi a Monale

Sabato 27 settembre, in occasione di Asti Benessere, organizzato dalla Cooperativa Rava e Fava a Monale, ho partecipato ad una passeggiata che voglio condividere perché mi è piaciuta molto.
Il percorso è di soli 3 km ed è molto semplice, anche se la sconsiglio se avete passeggini perché ci sono dei brevi pezzi sterrati e alcuni tratti di salita e di discesa un po’ ripidi. A parte questo, è percorribile facilmente. In fondo all’articolo trovate la mappa e il file gpx: la partenza e l’arrivo in questo caso sono nei pressi di Chapitombolo, la scuola di circo di Monale, che ospitava Asti Benessere. Potete lasciare l’auto nei parcheggi del campo sportivo e partire e arrivare li (sono circa 200 metri in meno).

monale passaggiata

La passeggiata è stata guidata da Linda Frei, guida escursionistica ambientale, che ci ha portato in centro di Monale, dove abbiamo scoperto anche la storia del paese: non ci ero mai stata e sono rimasta colpita dal fatto che ci sono ben due castelli: la Bastita e il castello della famiglia Scarampi.
L’escursione con Linda ci ha permesso di conoscere anche molte curiosità su piante e fiori che incontriamo normalmente sul nostro cammino ma che, senza conoscenze specifiche, non conosciamo davvero. Linda ci ha fatto “mettere gli occhiali” degli altri esseri viventi ed è stato affascinante interpretare il mondo intorno a noi con occhi diversi.

Dipladenia monale

Ad esempio: nella foto sopra vediamo una Dipladenia, una pianta ornamentale non autoctona, proveniente dall’America tropicale, ma molto diffusa da noi. Linda ci ha spiegato – e abbiamo potuto vederlo dal vivo per pura combinazione, che questa pianta crea problemi ad un insetto nostrano,  il macroglussum stellatarum, una falena anche chiamata sfinge colibrì, che viene catturata quando inserisce la sua “proboscide” nel fiore. Resta intrappolata e spesso non riesce ad uscirne!  Questo perché ha a che fare con piante non autoctone… giusto per sintetizzare estremamente il concetto!
Quindi, meglio preferire piante ornamentali nostrane, per tutelare la nostra biodiversità!
Siamo poi passati nel centro del paese, incontrando il municipio e la Bastita.

la bastita monale

“Bastita” significa “Castello del basso sito”. Dal sito del Comune di Monale si evince che questo edificio è originario del XIV secolo. “Fu costruita dai guelfi a difesa del territorio, sotto al distrutto castello, in modo molto primitivo e rudimentale, con assi e fascine, anche per interrompere i contatti fra i Signori di Monale e i ghibellini Pulsavino, proprietari del castello di Castellero.”

la bastita monale

Lungo la salita verso il castello ci sono tanti pannelli informativi che raccontano la storia di Monale e mostrano i cambiamenti nella storia. Ma nelle vecchie mura c’è tutta una vita! Grazie a Linda ecco che anche un muro prende vita, con la sua ricchezza di piante che nascono tra i buchi dei mattoni e tutti gli insetti che brulicano intorno!

monale pannelli informativi

Dopo un’erta salita, lasciando la bastita alle spalle, raggiungiamo la chiesa parrocchiale, situata al di sotto del castello. Curiosità: la chiesa ospita una civetta nel muro retrostante l’abside! Non ha fatto il nido ma lo usa come riparo e capita spesso di vederla, ci ha raccontato Linda!

Al di sopra, svetta il Castello degli Scarampi, anch’esso proprietà privata. E’ molto ben tenuto, così come tutto il centro storico di Monale. C’è un’accuratezza tra queste vie che colpisce. La bellezza di un luogo passa anche attraverso la sua cura come atto d’amore.

il castello di monale

Lasciandoci la chiesa alle spalle, siamo entrati nel bosco. E subito ci si accorge che non tutte le piante parlano la stessa lingua. La robinia, ad esempio, è una presenza estranea: veniva piantata perché cresce in fretta e dava legna utile, ma col tempo si è rivelata invasiva. Arriva dall’America e spesso soffoca le specie locali, quelle che invece hanno costruito nei secoli relazioni profonde con gli animali del posto.

bosco monale

Sui versanti, come piante autoctone, resistono querce e carpini, mentre in fondovalle regnano gli ontani neri, alberi che vivono a stretto contatto con l’acqua. Accanto a loro trovano spazio salici e pioppi, che amano le zone umide. Poi ci sono le piante relitte, che troviamo ormai davvero poco: betulle, i faggi e i pini silvestri, piante che portano con sé la memoria di epoche lontane, testimoni di quando i ghiacciai modellavano il paesaggio. Sono specie relitte, sopravvissute ai cambiamenti climatici e rimaste come traccia viva di un passato glaciale.
Camminando in questo mosaico di alberi, si percepisce quanto la storia naturale sia scritta nelle foglie e nei tronchi: tra arrivi recenti e antiche resistenze, il bosco racconta secoli di equilibri, conflitti e adattamenti. E ogni albero ha una funzione ben precisa nell’ecosistema, per gli insetti e per tutti gli animali del bosco.

nel bosco monale

Tra le altre piante autoctone c’è anche il Bagolaro che abbiamo incontrato “nel piccolo” nel bosco e poi un grande esemplare nel cortile della Bastita.

la bastita con bagolaro

Scendendo a valle, accanto ad un rio, troviamo l’ontano nero, tra la varia e ricca vegetazione. Nel nostro percorso abbiamo preso per rientrare verso Monale ma se, all’altezza del ponticello, lo attraverserete, andando verso destra arriverete in breve tempo al Santuario di San Sebastiano, luogo di grande devozione.

fondovalle monale

fondovalle monale

Rientrati tra le case, abbiamo fatto una piccola deviazione per andare a vedere un reperto di archeologia rurale: un vecchio lavatoio che non è più usato ma che si è trasformato in uno stagno. Ci sono le rane, le libellule di diversi tipi. La natura si è riconquistata il posto!
lavatoio monale
Come vi dicevo, al termine del giro siamo rientrati presso l’area dove si svolgeva Asti Benessere, nei pressi del campo da tamburello di Monale e anche qui c’è qualcosa di naturale da ammirare: la grande quercia che sancisce il gemellaggio con Cazuol d’Heurault, piantata nel 2011.

campo tamburello monale

Il giro è terminato e ora passo alle informazioni tecniche con un’aggiunta rispetto al mio percorso.
Nella cartina vi ho messo una stellina che indica dove c’è un’area per bambini con tavolini da picnic, vicino alle scuole, dove c’è anche un aereo, un esemplare di cacciabombardiere-ricognitore Fiat G.91T del 32° Stormo da interdizione dell’Aeronautica Militare italiana in Via XX Settembre. C’è parcheggio e potete anche partire da li e andare nel centro del paese e poi prendere il breve giro che ho proposto, diversamente alla mia partenza e arrivo.

aereo monale

Percorso monale tra i boschi

Per scaricare il file GPX del percorso clicca qui -> Percorso Monale
Linda Frei fa parte dei “Custodi dei Boschi”: su ATnews avevamo dedicato uno speciale al loro impegno, vi lascio il link per saperne di più, che potete consultare qui -> Custodi dei Boschi
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