Share, la torre dell’acqua a Castellinaldo

L’artista Saverio Todaro, nel 2018, ha dato una nuova veste a questa torre dell’acqua a  Castellinaldo d’Alba, nell’ambito delle iniziative realizzate da Creativamente Roero, progetto nato per valorizzare i borghi storici del territorio.

Nel mio recente giro nel Roero, ho visitato diversi punti di interesse turistico-culturale collegati tra loro dell’elemento acqua.

Vi ho mostrato la nuova veste della fontana di Madonna degli Airali di Vezza d’Alba (La Fontana di Vezza d’Alba) dopo il recente intervento artistico, ora vi porto alla torre dell’acqua di Castellinaldo che è stata rinnovata dall’artista Todaro. Si raggiunge dopo aver percorso un centinaio di metri su una strada poderale vicina a Via San Salvario (per visualizzarla su Google Maps clicca QUI).

Sopra la porticina della torre c’è una lastra che riporta l’anno 1958, specificando che l’opera è stata realizzata con il contributo del Ministero dei Lavori pubblici, con competenza del Provveditorato Regionale OO.PP. Torino, Ufficio del Genio Civile di Cuneo. Ora è stata riportata a “nuova vita”, adattandosi ai tempi correnti.

Per descrivervi questo progetto attingo al contenuto della guida “art mapping piemonte”, che mi fu fornita quando andai all’inaugurazione di un’altra opera d’arte contemporanea, a Montabone.

Dalla torre come mezzo di condivisione dell’acqua, alla rappresentazione dello “share” un mezzo di condivisione attuale di emozioni e di momenti.

“Le torri d’acqua sono un elemento che caratterizza questa zona del Piemonte. Ormai per lo più in disuso, erano essenziali per garantire acqua nelle stagioni estive alle coltivazioni del posto. L’acqua come bene comune è stato il pensiero che ha guidato la realizzazione di questa opera che trasla un concetto antico nell’icona dello “share’ simbolo della condivisione di contenuti attraverso i dispositivi tecnologici contemporanei.

Sulle pareti della torre l’artista ha dipinto il simbolo per evocare le persone connesse come le molecole d’acqua o gli acini di un grappolo d’uva. Il fondo verde rende l’architettura un’estrusione paesaggistica e i simboli bianchi sono fosforescenti di notte, restituendo la luce assorbita dal sole durante il giorno e diventando una costellazione.”

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