Fin da bambina sono sempre rimasta incantata dalla fioritura delle rose nei vigneti ma non sapevo come mai, in cima ai filari, ci fosse tutta quella esplosione di colori tra la primavera e l’estate. Il risultato era pura bellezza e mi bastava quello.
Ma poi ho “scoperto” che non si trattava solo di una presenza dal valore estetico, anzi, era ben altro: la presenza della rosa è un aiuto fondamentale per il viticoltore. Infatti, le rose in testa ai filari fungono da vere e proprie sentinelle per monitorare la salute del vigneto. La rosa manifesta prima della vite l’eventuale attacco da parte di parassiti e permette ai viticoltori di intervenire in tempo sul vigneto per evitare danni irreversibili.
Se lo sviluppo di metodi scientifici di analisi e previsioni dei vigneti aiutano ormai molti agricoltori, molti hanno mantenuto questa tecnica antica, strettamente legata alla tradizione, utile a salvaguardare i cicli biologici del vigneto.
In questi giorni sono andata a correre sul sentieri del percorso “Scollinando tra vini e tartufi” tra San Damiano d’Asti e Tigliole: nelle vigne è un tripudio di rose, una meraviglia per gli occhi, per la mente, per il cuore. Non vi pare?
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