Plogging nel ricordo di Fabrizio De André bambino a casa di Nina

Rieccomi in versione Giornarunner plogger con gli amici Ecorunners Astigiani: questa mattina abbiamo dedicato il nostro tempo ad un’escursione a base di plogging e di storie del passato che ruotano intorno al cantautore genovese Fabrizio De André. Ma cosa c’entra De André con Asti?
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C’entra che il piccolo “Bicio”, così lo chiamavano da piccolo, trascorse l’infanzia sulle colline di frazione Revignano: la sua famiglia vi si trasferì da Genova in tempo di guerra, quando lui aveva due anni, nel 1942 e ci restò fino al 1950. Fabrizio De André condivise quegli anni in campagna con la coetanea e vicina di casa Giovanna Manfieri, detta Nina. Già, proprio quella Nina che De Andrè cita in “Ho visto Nina volare”, canzone dedicata all’amica cui era legatissimo.

La scelta di questa destinazione non è stata casuale: abbiamo voluto rendere omaggio al ricordo di “Bicio” a pochi giorni dall’anniversario della sua scomparsa, avvenuta l’11 gennaio 1999, e a raccontarci di Fabrizio bambino e dei tantissimi racconti di ricordi condivisi è stata proprio Nina, in un incontro organizzato dalle famiglie Manfieri e Finotto che ci hanno aperto le porte di casa con un calore ed un’ospitalità senza pari.
Tutti intorno ad un tavolo per una lunga sosta che è volata, rapiti dalle parole di Nina e del suo modo di farci sentire in famiglia: un caffè, una bibita, dolcetti e una deliziosa torta di nocciole preparata apposta per la nostra visita hanno fatto compagnia ai suoi racconti. Saremmo rimasti ore ad ascoltarla! Tantissimi gli aneddoti che ci ha svelato, come, in primis, il fatto che sull’altalena “in realtà quello che volava davvero era proprio lui, che si faceva spingere tanto, tanto in alto”.

E poi la fontana con le salamandre che “Bicio” è andato a cercare quando, in un pomeriggio d’autunno del 1997, dopo quasi cinquant’anni di lontananza, si presentò d’improvviso al cancello della vecchia casa, la Cascina dell’Orto, a cui era rimasto evidentemente più legato di quello che la stessa Giovanna potesse immaginare. Nel suo racconto, sentivo le emozioni ancora vive, a distanza di così tanti anni. Fabrizio che si presenta al cancello e che passa tutto il pomeriggio nella vecchia casa di Revignano, non più di famiglia ma con i ricordi della fanciullezza che riemergono, insieme a Nina. L’altalena, la sua casa, la casa del mezzadro, la fontana… ma nel frattempo le salamandre erano sparite.
“Ricordo l’abbraccio prima di andarsene” mi racconta Giovanna mentre scambiamo due parole insieme a Michele Narciso, il nostro “capospedizione”. “Sentivo che c’era un impeto che sapeva d’addio, anche se non sapeva ancora della sua malattia“, il suo ricordo e mentre parla a me vengono i brividi. Mi sembra di essere lì con loro, vederli da lontano, tanto sono profonde le emozioni. Non è solo il ricordo che vive, in questo sperduto angolo di campagna astigiana è come se vivesse ancora qui, “Bicio”.

Siamo rimasti tutti molto colpiti e coinvolti.  Grazie al plogging abbiamo scoperto una bellissima storia e conosciuto splendide persone e, nonostante le temperature gelide, questa esperienza ci ha scaldato il cuore.
Oltre al pieno di emozioni abbiamo, purtroppo, fatto anche il pieno di rifiuti: tanta plastica e tanto vetro, soprattutto. Ma va bene così. Noi raccogliamo e diamo il buon esempio. Leggendo queste righe e vedendo i nostri sorrisi magari a qualcuno verrà anche voglia di imitarci!

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