Vi racconto il Roero, la mia fonte di ispirazione

E’ stato il Roero ad ispirarmi l’idea di Giornarunner®. Tra le sue colline impegnative, nella mia vita, ho macinato migliaia di chilometri di corsa, sempre concentrata su una cosa sola: il cronometro.
Ho mosso i miei primi passi di corsa sulle strade delle podistiche domenicali nei Comuni del Roero, ho assaggiato le mie prime dosi di fatica nell’America dei Boschi, tra Bra e Pocapaglia, ho vinto la mia prima coppa a Canale, ho corso il mio primo lunghissimo da Bra a Govone, 32 km immersi nel Roero.

Vigneti nel Roero, a Priocca

Conosco a memoria le pendenze di ogni centimetro delle strade intorno a Govone, Priocca, Magliano Alfieri e Castellinaldo, ma mai, nella mia carriera sportiva ho alzato gli occhi a guardare quello che c’era intorno a me. Poi è arrivato il Covid e tutto quello che ne ha comportato.
Dal 4 maggio 2020, il giorno in cui abbiamo recuperato un poco di effimera libertà dopo il primo lockdown, ho deciso che avrei osato, che avrei iniziato a scoprirlo in mio Roero, andando alla ricerca di sentieri e strade sterrate su cui non avevo mai neanche pensato di correre, perché poi… non avrei avuto un riscontro cronometrico.
Poi un giorno, a Priocca, sono stata rapita dai colori che vedevo intorno a me ed ho cominciato a raccontarli, con le foto dei luoghi in cui corro, ampliando anche al Monferrato e alla Langhe il mio sguardo. A parte la prima foto, scattata in primavera, le altre foto che trovate qui risalgono a quel giorno di ottobre in cui mi si sono aperti gli occhi e in cui è completamente cambiato il mio rapporto con la corsa e con il territorio in cui vivo e in cui lavoro. Questo è il primo seme di Giornarunner®, quello che in pochissimo tempo è germogliato e fiorito e che ora piace così tanto.

Matite colorate a Priocca

Ma come mai ho deciso di raccontarvi oggi tutto questo, a distanza di mesi? Perché sono stata ispirata da un post sul profilo Instagram di Roero Trails in cui si spiega cos’è il Roero, perché spazientiti dall’uso inappropriato dell’hashtag #roero su foto di località langarole. Il loro post ha fatto emergere tutta la mia “roerinità” (termine che mi sono inventata or ora per far capire le radici profonde della mia appartenza) e la voglia di dare il mio piccolo contributo nell’affermare l’identità di questo territorio.
Chi sa esattamente quali sono i Comuni del Roero? C’è molta confusione perché spesso viene inglobato nelle Langhe, nell’immaginario dei forestieri: ma Langhe e Roero sono due territori da secoli distinti. Una volta, tutto era Monferrato. Poi si crearono le divisioni su questo vasto territorio. Il Roero prende il nome dall’omonima famiglia astigiana, presente nella storia locale fin dal Basso Medioevo, che divenne proprietaria di numerosi castelli della zona. E Langhe e Roero sono due territori nettamente separati, sia culturalmente, sia geograficamente, perché in mezzo scorre il Tanaro, a fare da confine tra le due aree.
Quanti e quali sono i Comuni del Roero? Sono ufficialmente 24, eccoli di seguito in ordine alfabetico:
Baldissero d’Alba
Bra
Canale
Castagnito
Castellinaldo d’Alba
Ceresole d’Alba
Cisterna d’Asti
Corneliano d’Alba
Govone
Guarene
Magliano Alfieri
Montà
Montaldo Roero
Monteu Roero
Monticello d’Alba
Piobesi d’Alba
Pocapaglia
Priocca
Sanfrè
Santa Vittoria d’Alba
Santo Stefano Roero
Sommariva del Bosco
Sommariva Perno
Vezza d’Alba
Posso fieramente ammettere che ho corso in tutti i 24 Comuni, tra allenamenti e partecipazioni a corse di paese… E’ una curiosità a cui non avevo mai fatto caso e di cui, da roerina doc, vado fiera.Nelle vigne del Roero
Il nome Roero, anche se proviene dalla famiglia che dominò a lungo su questo territorio, è stato abbinato a quest’area solo in tempi recenti, se si pensa che ancora a fine anni Sessanta si parlava di “Oltre Tanaro”. Riporto di seguito alcuni passaggi di come si raccontava il Roero negli anni Sessanta, nel volume Invito alle Langhe, scritto dal giornalista albese trapiantato a Torino Domi Gianoglio, edito da Andrea Viglongo & C. Torino, nel 1966.
Caratteri dell’Oltretanaro albese
Il Roero è come un anfiteatro collinare che si estende verso nord dall’altura della Zizzola o Monte Guglielmo, sovrastante cita di Bra, fino a congiungersi, presso Cisterna d’Asti, alle estreme propaggini monferrine, si spazia sui dossi tondeggianti e sui declivi ondulati dell’Oltretanaro albese; non Langhe ne Monferrato, come si è detto, almeno quanto a struttura geologica, ma apparentato alle une ed all’altro dall’intensa coltura della vite ed a quelle anche da un antico sodalizio amministrativo ed ecclesiastico.
Il territorio dell’Oltretanaro costituisce un’appendice settentrionale dell’Albese, inteso nella più vasta accezione che è quella storica, incidendo per circa un terzo sulla superficie complessiva e forse oltre sulla demografia per essere più intensamente popolato della Langa (l’esodo verso le città e fenomeno di proporzioni meno vaste). Ha forma di un trapezio rovesciato la cui base maggiore, quella nord, e costituita dalle colline dell’Astigiano, fra San Martino Alfieri e Cellarengo e a sud dal corso del Tanaro, mentre i due lati sono forniti ancora dal Tanaro e dal tronco ferroviario Carmagnola-Bra; pressa-poco ai vertici sono: Govone, Ceresole, Alba e Bra.
Possibilità turistiche da incrementare
Plaga prevalentemente collinare (la parte pianeggiante e ristrettissima, limitata alla sola valle del Tanaro ed al fertile agro di Bra, di Sanfrè e di Sommariva Bosco) lieta di viti e di frutteti, folta ancora di boschi sui rilievi e seminata di paesi, ognuno dei quali ha anche qui il suo castello o almeno la sua torre feudale, qualche volta ridotta a campanile, questo lembo di Albese dispone di un patrimonio turistico non inferiore a quelli del Monferrato e delle Langhe e del pari inadeguatamente valorizzato o trascurato addirittura, il che è peggio. Se l’altitudine media che si aggira sui 250 metri (quote massime Baldissero d’Alba m. 410 e Sommariva Perno m. 389 e minime a Canale m. 191, a Piobesi d’Alba e a Pollenzo m. 198) fa sì che d’estate sia spesso afosa, con alti ed opprimenti calori, solo in parte temperati dal respiro del Tanaro e quindi poco propizia alla villeggiatura nei mesi di luglio ed agosto (l’inverno e assai rigido, con valori medi di pochi gradi e freddo come suol dirsi umido, specie in prossimità del fiume ed anche nei fondivalle dei torrenti Borbore, Ajello e Ridone) il clima è mite e piacevole in primavera ed in autunno, che hanno temperature medie gradevolissime ed invitanti sia alle gite domenicali sia ad un più prolungato soggiorno, specie nella stagione dell’uva e della frutta.
Gli itinerari che conducono verso le Langhe valgono anche, quindi, per portare i cittadini alla scoperta dell’Oltretanaro albese e se qualcuno, diretto più  lontano, si fermerà strada facendo vinto dagli allettamenti della gola e del palato — die una cucina saporosa, serbatasi finora genuina e cantine ben dotate di una selezione di eccellenti vini da pasto e da arrosto, dalle barbere ai nebioli, vivaci fratelli minori di quelli di Barolo e di Barbaresco ed animate da lodevole spirito d’emulazione, lusingano piacevolmente — o invitato ad indugiare da un panorama, da una chiesa o da uno dei tanti castelli che si stagliano rossastri contro ii cielo a rievocare storie d’altri tempi, non ne sarà deluso.
Gusto dello scoprire da sé
 E poco male se la sosta nell’« anticamera Belle Langhe » si protrarrà così a lungo da fargli abbandonare la meta primitiva: il gusto di queste scorribande e dato proprio dallo scoprire da sé la curiosità poco nota di arte, di storia o di archeologia, il paesaggio inconsueto, il piano d’ignorata o ritrovata semplicità strapaesana e gli irresistibili aromi sprigionati da un’umile bottiglia d’osteria, terrosa e senza etichetta (sovente mendace, quest’ultima, come il biglietto da visita di un usurpatore di titoli cavallereschi e nobiliari).
(Fonte: Invito alle Langhe, Domi Gianoglio, Edizioni Andrea Viglongo & C. Torino, 1966, pp 45-48)

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“Comunicare la Bellezza III: Giornarunner” è un progetto dell’Associazione L’Astigiano 3.0, in collaborazione con l’Associazione Lo Sport è Vita, per la promozione del territorio e di un modo di vivere salutare e sostenibile.
Il progetto gode del Patrocinio dell’Ente del Turismo Langhe Monferrato Roero e dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato

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