Eccomi di nuovo ad aspettare la fioritura dei tulipani selvatici nel parco del Castello Reale di Govone. Ogni anno aspettiamo che la magia si ripeta e una parte del parco del mio amato castello si trasformi in una distesa di tulipani rossi.
Anche se ci vuole ancora un po’ di tempo, normalmente la fioritura arriva nel suo massimo splendore intorno al 20 marzo, si inizia a vedere il lavoro preciso e certosino della natura che fa il suo corso: ci sono già, infatti, molte foglie verdi che richiamo l’attenzione e che stanno li come a ricordare a chi le guarda: “Attenti che stiamo tornando!”
Salvo il versante più caldo che i Tulipa Oculis Solis si sono scelti per farci godere di questo spettacolo unico, in questo periodo prevalgono ancora i colori dell’inverno nel resto del parco, con gli alberi spogli e un’atmosfera un poco malinconica.
Gironzolando a cuor leggero riaffiorano ricordi da bambina, delle giornate estive trascorse nel parco in compagnia dei miei nonni, dei miei amici, della vita che animava il paese. Come sul campo da pallone elastico, ormai del tutto abbandonato, o il campo da bocce che ora non c’è neanche più. Dove una volta gli anziani trascorrevano molte ore con partite a bocce che riempivano le giornate, ora c’è un angolo con alcune panchine da cui si può vedere la collina di Craviano, con l’omonimo convento, uno dei simboli del mio paese. (Per maggiori informazioni vi rimando all’articolo che avevo dedicato al Giro dell’Oppio -> Outdoor a Govone: il percorso giallo verso la Chiesa e il Convento di Craviano ).
E poi c’è il viale, con il mio “giro della Lea”, la mia pista naturale con il giro da 550 metri su cui ho macinato migliaia e migliaia di chilometri. Anche questo è cambiato da quando lo ricordo io: c’era una striscia di classico asfalto e correrci sopra era molto più agevole di adesso, con i lastroni ed il pietrato. Ricordo quando il viale restò chiuso per i lavori di rifacimento: che dramma per i miei allenamenti!
Il tempo passa, le persone non ci sono più, i luoghi cambiano ma per fortuna i ricordi restano e le sensazioni che richiamano riportano in un istante indietro nel tempo.
Uno dei luoghi che meno sono cambiati rispetto a quando ero bambina, è il Giardino dei Fiori, con la sua fontana centrale. Caderci dentro, prima o poi, da bambino, era come un rito di “govonesità”. Solo i bambini più tranquilli mi sa che non ci sono mai finiti dentro. Ovviamente io ci finii da piccolina, perché correndo verso la fontana, non riuscii a fermarmi in tempo e mi ribaltai dentro. Piansi nel tornare a casa tutta bagnata, imbarazzata nel dover ammettere di essere finita a mollo.
Ovviamente la foto della fontana non è di adesso, ma è della scorsa primavera – quando gironzolavo con la stampella in attesa di guarire dallo strappo sotto il piede. Di sotto, invece, ecco un video di una recente corsetta all’ombra del castello nel giardino dei fiori!
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