Che Taulaluuunga… in 50 metri un condensato di tradizioni ed emozioni

Siete mai stati seduti ad una taulaluuunga… così lunga da dover mettere tre U per descriverla? E sapete cosa significa, in piemontese, taula lunga? Come potete immaginare, significa “tavola lunga”, ma le tre U in più stanno a sottolineare come questa tavola sia proprio tanto lunga!

E’ una delle esperienze vissute nella mia giornata da LMRLocal alla corte degli Igers: ve lo avevo detto che un articolo solo non sarebbe bastato ed eccomi qui a scrivere di un altro momento significativo di una giornata speciale, di un condensato di esperienze per vivere il Roero a 360°.
Siamo a Piobesi d’Alba (sapete che qui d’estate ci ho corso più volte una podistica serale? Ve l’ho detto che io ho corso dappertutto nel Roero… 😉) ospiti della Cantina Destefanis, che qui ha vigneti, frutteti, noccioleti, un grande ciabòt e, appunto, la Taulaluuunga, una tavola di legno, tutta di un pezzo, che corre lungo i filari, per 50 metri complessivi.

Una tavola speciale per forza, non solo per la sua lunghezza di per se, ma anche per come si presenta variegata e ricca di colori al colpo d’occhio. Pensate mica che i Destefanis abbiamo pure una tovaglia lunga 50 metri? Eh no! Richiamando le antiche tradizioni, quando ai pranzi c’erano le taule luuughe e dove ciascuno si portava da casa tovaglia e stoviglie, la Taululuuunga si presenta colorata per le sue tovaglie tutte diverse e per i piatti appartenenti a servizi diversi, come da tradizione! E la tradizione si sente anche gustando i piatti tipici che vengono proposti.

Pensate che ho avuto modo di provare per la prima volta l’uovo alla foglia, cotto nel fujot nella bagna cauda che resta dopo aver intinto le verdure! L’uovo ha i suoi tempi per cuocere e a fargli da coperchio ci sono le foglie di vite raccolte direttamente dai filari intorno a noi.

Ma pensate sia finita qui? Macchè, l’esperienza alla Taulaluuunga è una full immersion nelle tradizioni contadine del posto grazie alla passione che mettono Federico Destefanis e la sua famiglia! Sapete come fate a raggiungerla? Dovete salire su un trattore!!!

Un’esperienza che consiglio a chi vuole scoprire questo meraviglioso angolo del Piemonte, ricco di tradizioni e con tante persone che si danno da fare per mantenerle vive e tramandarle, ma anche per chi, come me, è del territorio.
In pochi minuti sono stata riportata indietro nel tempo, a quando ero bambina e guardavo mia nonna “putagè”, smanettare in cucina perché lei era una di quelli che adesso vengono chiamati “cuochi itineranti”, ma anche antesignana del “catering”. Lei cucinava per le famiglie in occasione dei pranzi in cui si che ce n’erano di taule luuunghe e di persone da servire! Lei trafficava, cucinava e poi partiva con i suoi piatti … oppure andava a cucinare direttamente nelle case. Quello che nel mondo della cucina attuale sembra essere alla moda non è che il dare visibilità e valorizzare un lavoro che tante persone, soprattutto donne, hanno fatto per anni, per quel che so, nel mio Roero. Solo che allora non esistevano i social e le macchine fotografiche erano un lusso per pochi: esistevano solo i ricordi, quelli che in me sono riaffiorati tutti in pochi istanti intorno ad una taulaluuunga.

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