A Magliano Alfieri c’è un luogo della memoria e della riconciliazione chiamato Colle di Santa Maria.
E’ di fronte alla Cappella Ortodossa di Sant’Anastasia, di cui vi avevo già parlato, ed ospita una chiesa, la Cappella di Santa Maria delle Nevi che esisteva già nel 1345 e assunse importanza durante la peste del 1630, e il Parco della Rimembranza. (Per vedere il punto su Google Maps clicca QUI).
La cappella è stata ricostruita nel 1893 e ogni anno qui si celebrano il 25 Aprile e il 4 Novembre.
Ai due lati della cappella si trovano due cannoni. Mi fa strano vedere le vigne fare da sfondo alla collocazione dei cannoni e mi viene in mente la canzone dei Giganti che cantavano “Mettete dei fiori nei vostri cannoni” nella altrettanto attuale speranza di pace.
Una lapide ricorda i nomi di tutti i caduti di Magliano Alfieri nelle due guerre ed una, a fianco, l’impegno dei donatori dell’AVIS.
Da quando mi guardo attentamente intorno mentre gironzolo tra Langhe, Monferrato e Roero, capita sovente di vedere cippi e lapidi in ricordo di partigiani caduti.
Si tratta spesso di giovanissimi trucidati dai fascisti durante la resistenza, partigiani dei nostri paesi che hanno dato la loro vita per la libertà. Come Giovanni Cane, maglianese nato nel 1920 e ucciso nel 1945 proprio nel luogo in cui sorge la lapide in suo ricordo.
Così come mi piace raccontare la storia di chiesette e piloni, anche quelle dei cippi in ricordo dei partigiani non sono da meno. Riportano il nome e il cognome di chi si è sacrificato, mantengono vivo il dolore di un periodo buio, come un monito.
Spesso si trovano in luoghi di passaggio, (come il cippo partigiano di Belveglio), sembrano pietre abbandonate a se stesse, ma invece raccontano e fanno ricordare.
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