Al terzo World Plogging Championship per testare l’Urban al Porto Antico di Genova

Anche quest’anno non ho voluto mancare al World Plogging Championship, organizzato per la prima volta in una grande città, a Genova.
Mi ero qualificata a suon di sessioni a luglio concludendo la qualificazione al secondo posto femminile, dietro alla campionessa del mondo 2021, Elena Canuto, che si è confermata anche quest’anno rivincendo il titolo. Purtroppo, il lavoro mi ha impedito di essere presente alla gara del sabato, ma ho preso parte con grande piacere all’Urban Plogging della domenica mattina, un’edizione pilota per testare anche il format di raccolta in città e in poco tempo.

urban plogging

L’entusiasmo delle persone che organizzano, capitanate da Roberto Cavallo, quello di chi partecipa a questi eventi, come il mio stesso entusiasmo, mi fanno riflettere, così come i commenti di chi osserva e, molto probabilmente, non vuole seguire il nostro esempio perché non se la sente. “Come fate a fare tutto questo con il sorriso?”

Me lo chiedo anche io. Come facciamo a mettere tutto questo entusiasmo in un’attività sportiva che, se il mondo girasse nel verso giusto, non dovrebbe neppure esistere? Niente, una risposta non c’è. Ci si deve attestare solo ai fatti concreti: quando facciamo plogging sorridiamo e, anche se fatichiamo clamorosamente, non ci fermiamo. E anche se fa arrabbiare vedere tutto lo sporco che viene lasciato intorno a noi, noi corriamo, raccogliamo, sorridiamo, magari borbottiamo, ma poi continuiamo e non ci fermiamo.

world plogging championship

Salvo quando finisce il tempo a disposizione, come nel caso del World Plogging Championship. Aver potuto assaggiare l’atmosfera del mondiale mi ha soddisfatta anche se non ho fatto la gara regina, aver potuto condividere l’entusiasmo con gente proveniente oltre che l’Italia, anche da Algeria, Argentina, Francia, Ghana, Giappone, Grecia, Messico, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Senegal, Serbia, Spagna, Svezia e Uruguay, ha reso tutto ancora più speciale!

Durante la mia prova mi sono concentrate sui parcheggi intorno al Porto Antico, ho trovato tantissime bottigliette d’acqua e lattine schiacciate. Chissà da quanto tempo erano lì, avevamo l’aria di essere “vissute”.  Purtroppo pesavano poco rispetto a chi ha trovato vagonate di vetro… quindi non sono riuscita a classificarmi sul podio, ma questo è solo un piccolo dettaglio per chi, agonista dentro, se non lo scrivessi mi verrebbe a chiedere: quanto sei arrivata? Non lo so, ma non nelle prime tre.

world plogging championship

Ma non per questo non sono fiera dell’immondizia che ho tolto, a due passi dal mare. Ma proprio due passi, due metri talvolta. Qui il passo è veramente breve dall’abbandono sulla terra ferma al passaggio in mare.
Alla domenica, in un’oretta, in una cinquantina di plogger, abbiamo raccolto solo in zona Porto Antico, 258 kg di rifiuti, mentre al sabato “la carica dei 70” hanno triplicato il raccolto dell’anno scorso, con oltre 3 tonnellate, di cui oltre 2.000 kg (il 71% del totale) sono stati differenziati e avviati al riciclo. Ma perché chi lascia in giro sti rifiuti non li porta direttamente all’ecocentro?

A conti fatti, l’organizzazione del World Plogging Championship ha anche comunicato che sono stati quasi 6 milioni i grammi di CO2 non emessa in atmosfera grazie alla corretta separazione e avvio al riciclo dei rifiuti raccolti, in pratica le emissioni equivalenti di circa 60.000 km percorsi da un’auto o di 50 voli aerei Milano-Roma! Ma vi rendete conto?
Ecco, il plogging lascia sempre un po’ di amaro in bocca, se ci si ferma a riflettere. Si abbraccia la sporcizia abbandonata da gente che non ha rispetto per il mondo, quindi anche per se stesso. Ma, nonostante i cattivi pensieri, alla fine ritorna sempre il sorriso. E’ la magia del plogging, è la magia dell’amore per il nostro pianeta.
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