Altro borgo dell’entroterra di Albenga da scoprire! Mi sono piaciuti così tanto che voglio proseguire nella mia condivisione nella versione giorna-turista.
Cisano sul Neva è un borgo più grande rispetto agli altri che ho visitato nei dintorni (Castelvecchio di Rocca Barbena, Zuccarello e Castelbianco), ma è altrettanto suggestivo e degno di essere visitato: non a caso anche questo è annoverato tra I Borghi più Belli d’Italia.
Anche qui storia comune che riporta alle casate presenti anche delle mie parti, tra Langa e Monferrato, con i marchesi del Vasto prima, i Clavesana poi, fino ai Savoia.
“L’assedio al borgo da parte dei Savoiardi nel 1672 – si legge sul sito del Comune di Cisano sul Neva – che furono, insieme all’evento calamitoso dello straripamento del fiume Neva, le cause del crollo di buona parte della cinta muraria. Questa racchiudeva un abitato compatto, di forma rettangolare e delimitato da fossati e corsi d’acqua naturali; al suo interno, oggi come allora, stretti carruggi si intersecano ortogonalmente mentre le piccole piazzette sono ricavate dalla demolizione di edifici pericolanti.”
“Nella parte muraria ancor visibile si può osservare la tecnica costruttiva delle mura e delle torri che si basava in prevalenza sull’utilizzo di grossi ciottoli del fiume; proprio da una delle torri fu ricavato il trecentesco campanile della Parrocchiale, dedicata Santa Maria Maddalena, che si affaccia sulla piazza principale del paese.
Sottoposta a successive ristrutturazioni, ha però conservato una bella serie di archi binati risalenti alle origini romaniche. Proprio durante il XVII secolo il borgo fu occupato dai soldati della famiglia Savoia, mentre tra il 1794 e il 1795 subì i violenti scontri armati tra l’esercito dell’Impero Austro-Ungarico contro quello francese. Durante l’occupazione di Napoleone Bonaparte, si costituì comune autonomo da Albenga (con il solo nome di Cisano) ed inglobato nel Regno di Sardegna nel 1815.”
Gironzolando tra i carruggi si incontrano alcuni angoli particolarmente curati e si riesce ad arrivare fino accanto al letto del Neva, dove si trovano lavatoi curiosamente ricavati a lato del corso d’acqua.
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