In questo periodo non sono molto runner per via di problemi di salute e allora emerge il mio lato “giorna”, da giornalista. E con curiosità ho visitato il centro storico di Asti per vedere le installazioni del collettivo Cracking Art: chiocciole giganti e sgargianti, gatti, passerotti, conigli… sono tanti gli animali che hanno “conquistato” la zona di corso Alfieri tra piazza Roma e il Michelerio.
Per la prima edizione del Barbera D’Asti Wine Festival, organizzato dal Consorzio del Barbera d’Asti e dei Vini del Monferrato, che si tiene in città fino al 15 settembre, gli organizzatori hanno portato queste installazioni artistiche, con animali giganti e sgargianti in plastica rigenerata. Tra una degustazione di vino e l’altra, ecco dunque anche l’arte in città con un progetto che ha l’obiettivo di diffondere consapevolezza in tema di sostenibilità e biodiversità, tematiche a me molto care.
Nel comunicato stampa di presentazione delle installazioni si spiega così cosa significa avere in città le opera dei Cracking Art. “Piccole, medie e grandi sculture tra cui anche l’iconica Chiocciola, creature sorprendenti in plastica rigenerata, invaderanno il centro storico di Asti: animali dalle tinte sgargianti rendono il cuore della città una galleria d’arte a cielo aperto, uno speciale museo senza barriere dove protagonisti sono sempre la natura e il rispetto per essa.
Le opere Cracking Art sono anche questo: inserimenti inaspettati di elementi di fantasia che popolano il mondo reale per reinterpretarlo e dare significati diversi. Ogni opera si inserisce nel contesto per dare un messaggio, per interpretare il luogo o per dare una visione inaspettata di un luogo conosciuto. La plastica, infatti, si trasforma e si rende mezzo di comunicazione: da semplice materiale di uso comune e sostanza potenzialmente dannosa per l’ambiente, si modella divenendo elemento decorativo e fonte di ispirazione.
Le installazioni Cracking Art – movimento nato negli anni ’90 è conosciuto nel mondo per la sua attenzione all’ambiente, per il forte impegno ecologista e per la pratica della rigenerazione che ha reso iconiche le sue creazioni – si inseriscono e si confrontano con la storia e l’architettura dei luoghi che le ospitano e si animano con le interazioni empatiche che vengono stabilite con il pubblico. Ogni opera, col soggetto rappresentato, è portatrice di un messaggio che ogni visitatore è chiamato a interpretare e diffondere.”
Sicuramente un modo di fare arte che non passa inosservato!
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