Il Castello di Govone, il mio posto da chiamare casa

Quanto è importante avere un posto da chiamare “casa”?  Ecco, per me è il Castello di Govone. Non prendetemi per megalomane, adesso vi spiego perché!
Il senso di appartenenza è un tassello fondamentale della vita sociale delle persone. Durante i miei studi di sociologia ho avuto modo di approfondire l’importanza di questo concetto e mi rendo conto che per me è Govone il luogo che chiamo casa perché è la comunità di cui mi sento parte e da cui sono riconosciuta come tale, nonostante sia nata altrove e abiti attualmente in un’altra città. Ma Govone è il mio paese e più sono lontana più le radici si fanno solide.
vista dal giardino del castello di govone
Così, quando inizio a vedere il Castello da lontano, ho la sensazione che con la sua forma si protenda verso di me e mi voglia stringere in un accogliente abbraccio. Non stupitevi dunque se ogni tanto torno a raccontarvi qualcosa di lui, perché è come se vi parlassi di una parte di me. All’ombra del castello ho sognato, sono cresciuta, mi sono emozionata e mi sono innamorata. Come si fa a non chiamare casa un posto così?

il castello di govone

Oggi però mi sono accorta che, nonostante gli abbia già dedicato numerosi articoli, tra ricordi di corsa, di vita e curiosità, non vi ho mai riportato cenni storici sul castello che già esisteva nel medioevo, citato in un atto di vendita del 989. Certamente non aveva l’aspetto signorile che vedete ora, aveva “bastioni e torri angolari, tipiche delle fortezze del Monferrato” come descrive il sito Castello Reale di Govone da cui ho tratto queste informazioni che mi riguardano in qualche modo da vicino, visto che furono i Conti Solaro, Signori di Govone fin dal XIII secolo, a dargli la forma attuale.

il castello di govone

“Il Castello, infatti, fu ricostruito per interessamento del Conte Roberto Solaro, Gran Priore del Priorato Dei Cavalieri di Malta e del nipote Ottavio Francesco Solaro, al quale l’Architetto Guarino Guarini (1624-1683) dedicò il progetto di ricostruzione del castello stesso. L’esecuzione dell’opera fu proseguita dagli eredi, fra i quali il Conte Giuseppe Roberto Solaro, cui si deve la testimonianza dell’intervento dell’Architetto Benedetto Alfieri (1700-1767) discepolo di Filippo Juvarra (1678-1736) sulla facciata nord del Castello.”
Come ho già avuto modo di ammettere, la mia famiglia non discende direttamente dai Conti: il Conte Amedeo Lodovico Solaro non ebbe discendenti diretti, dunque nel 1792 “il Castello e i beni passarono allo Stato. Successivamente venne acquistato da Vittorio Amedeo III Re di Sardegna a favore dei figli Carlo Felice, Duca del Genevese e Giuseppe Benedetto Placido, Conte di Moriana. Dopo la sconfitta dei Piemontesi da parte delle truppe francesi, il Castello venne incamerato dalla Nazione Francese, subendo le conseguenze di un inevitabile abbandono. Nel 1810, per decreto napoleonico, fu messo all’asta e quindi acquistato, al fine di impedirne la completa demolizione, dal Conte Teobaldo Alfieri di Sostegno, che lo cedette nel 1816 al principe Carlo Felice, che riprese, in tal modo, il possesso del maniero.”
Il periodo di Carlo Felice è quello che si ricorda con più fervore, perché lo rese un centro culturale di rilevanza internazionale e lo rese bello e ricco come lo vedete adesso! E dal 1997 è Patrimonio dell’Umanità Unesco come Residenza Sabauda.
Sono privilegiata a sentirmi a casa in un posto così!
nel parco del castello di govone
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vista dal castello di govone


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